ETICA, POLITICA E QUESTIONE MORALE

I rapporti tra etica e politica si pongono al centro dell'attenzione sociale quando si presentano casi di corruzione, vera o presunta, relativi a rappresentanti della politica delle amministrazioni pubbliche. Non di rado, questo tema diventa oggetto di disputa e scontro tra fazioni politiche e in particolare tra governo, locale o nazionale, e le opposizioni che con facilità fanno appello alla "questione morale" meramente come strumento di critica o di attacco politico. Etica e politica sono due aspetti fondamentali di ogni organizzazione sociale, ma i loro rapporti possono essere intesi in modi molto diversi sulla base di come si concepiscono l'etica e la politica. Se si fa riferimento alle democrazie liberali, ma non solo, la politica, seguendo una concezione che risale alla Grecia antica (V sec a.C.), può essere intesa come l'organizzazione, ideale o reale, e il governo di qualsiasi comunità umana: la politica è il governo della polis (la città) in senso lato. In epoca medioevale per riferirsi alla politica si usava spesso l'espressione arte del buon governo, cioè di quel governo che non solo gestiva la cosa pubblica ma la gestiva in modo da soddisfare le diverse esigenze dell'intera popolazione e non solo di una parte di essa, cioè del ceto che deteneva il potere politico-amministrativo. In termini diversi, la politica si dovrebbe porre come fine l'operare per il bene comune, cioè il bene di tutti coloro che appartengono a una comunità umana. In tal senso, la politica, in quanto rivolta al bene comune, è strettamente legata all'etica che permette di chiarire cosa si debba intendere per bene e bene comune: la politica deve avere un fondamento nell'etica. Tuttavia, com'è noto, il bene comune può essere inteso in modi tanto diversi da includere sia ciò che è considerato come bene dai sistemi democratici (per esempio, libertà e diritti) sia le concezioni proprie dei sistemi dittatoriali (quali fascismo e comunismo) che intendono definire in modo autonomo e autoritario i valori morali (il bene comune) e i metodi sociali per imporli all'intera popolazione (per esempio, la limitazione dei diritti e delle libertà). Vi sono, e vi sono stati, modi diversi di intendere l'etica o esistono etiche diverse com'è accaduto nel corso della storia della civiltà umana? (si pensi, per esempio, alla liceità della schiavitù, dell'intolleranza religiosa o dell'invasione di territori altrui). Allora, come si può concepire l'etica con riferimento al comportamento individuale, personale e collettivo? L'etica può essere considerata come l'insieme di quei valori che sono accettati e promossi da una comunità di uomini, e l'azione etica è quell'azione che si attiene ed è guidata da questi valori. Si rimanda così alla nozione di valore: cos'è un valore? Una cosa, un comportamento, un'azione, un'idea o altro è considerato un valore se si ritiene che possa portare benefici effetti: per esempio, se è remunerativa in senso concreto o ideale, se è generatrice di interesse o se può soddisfare bisogni o desideri. Come ogni uomo nella sua vita considera come valori comportamenti, azioni idee, cose, persone o altro, così ogni comunità umana formula valori e si propone di promuoverli. I valori, se riferiti ai comportamenti, sono la loro guida e vengono considerati accettabili solo se quei comportamenti sono conformi a tali valori: in particolare i valori etici, riferiti a modi di pensare ed agire, sono la guida dei comportamenti e delle azioni per cui un'azione è considerata etica ed accettabile solo se conforme a quei valori. A loro volta i valori si trasformano in principi etici come per esempio quello di non appropriarsi delle cose altrui, che si esprime nel principio etico di 'non rubare'; nella storia i principi etici hanno assunto la forma di leggi giuridiche, come accade per il furto, con le relative sanzioni. Tuttavia, non tutti i valori e i principi etici si trasformano in leggi (chiamate anche norme) come accade con riferimento a molti comportamenti umani quali quelli relativi alla vita di coppia o della famiglia: per esempio, il rispetto del partner, in particolare della donna, o dei figli non si esprime con specifiche leggi. Un compito della politica è anche quello di trasformare valori e principi etici in norme giuridiche come è accaduto per alcuni aspetti della vita di coppia e della famiglia: per esempio, la violenza anche psicologica. Per questo, in ogni collettività e nei rapporti interpersonali, il primato è sempre quello dei valori etici anche se non espressi da norme giuridiche. I valori, in generale, possono essere relativi ad ogni cosa, per esempio i valori estetici riferiti alla nozione di bello, ma in questa sede ci si riferisce solo ai valori etici propri di comportamenti ed azioni individuali, interpersonali e collettive. L'etica della politica in una società democratica, e non solo, si riferisce a tali valori e non a molti altri che sono oggetto di scelta personale quali i valori estetici, quelli religiosi, quelli relativi ai propri gusti nel vestire, nel cibo o nel disporre della propria vita e quindi perseguire i propri obiettivi personali. Ciò può accadere ed accade nelle democrazie ma non nei sistemi autoritari o dittatoriali in cui lo Stato ritiene di imporre valori che riguardano ogni aspetto della vita umana (si pensi ancora, per esempio, a sistemi sociali come il comunismo il cui lo Stato intende regolare rigidamente ogni comportamento personale incluso l'abbigliamento, come è accaduto in Cina durante la Rivoluzione Culturale degli anni '60 del secolo scorso). L'etica politica, o etica della politica, in particolare, è quell'etica che si fonda su determinati valori che dovrebbero guidare l'agire politico-amministrativo di singoli e di istituzioni pubbliche rivolto al bene di ogni persona e a quello comune. Nelle società democratiche, però, vi sono anche molti sistemi di valori (e quindi diverse etiche) cui si riferiscono le differenti forze politiche: ed allora in qual modo si possono scegliere quei valori etici che potrebbero essere accettati da ogni forza politica? Questo è il più grande sforzo dell'etica politica. In queste società vale il principio di maggioranza per cui anche nel caso dei valori etici relativi alla politica vale questo principio; in tal modo, le forze politiche di maggioranza sono quelle che indirizzano la scelta dei valori etici a fondamento dell'agire politico. Questa potrebbe apparire come una 'dittatura della maggioranza', ma essa segue il fondamento delle democrazie, cioè la scelta popolare di coloro che governano una società. Tuttavia, sebbene quest'affermazione sia accettabile, per rendere completa l'etica politica essa deve essere ampliata con quei principi etici propri delle democrazie liberali che sono relativi, da un lato, ai diritti umani e civili di ogni persona non importa quale sia la sua appartenenza politica o etnica, il colore della pelle od ancora il sesso (se si amplia il suo genere sessuale); dall'altro, ai diritti delle minoranze in particolare politiche. In tal senso, l'etica politica in un determinato periodo di una società democratica, da una parte, proviene dalla visione del mondo (società, famiglia, proprietà privata, libertà e diritti, ecc.) propria di quelle forze politiche che detengono la maggioranza, cioè rappresentano, in una democrazia rappresentativa, la maggior parte di una popolazione; dall'altra, tale etica deve provenire da quei caratteri della democrazie liberali che sono stati indicati poco sopra come i diritti delle minoranze. Tuttavia, in una società democratico-liberale, è auspicabile che le forze politiche di maggioranza e di minoranza possano indicare alcuni valori etici a fondamento dell'etica della politica, tuttavia, com'è ben noto, questo obiettivo non è facile da raggiungersi. Solo in base ad un tale auspicato intendimento si può porre la questione morale relativa a specifici casi di azione politica inaccettabile da un punto di vista etico. La questione morale, in altri termini, si pone quando, in base a valori etico-politici unanimemente accettati, si giudica se un dato comportamento o azione singola o istituzionale sia consona a tali valori. Molto spesso, la questione morale è stata posta e affrontata con riferimento a fenomeni di corruzione, cioè a quei casi in cui l'azione politica di singoli o di istituzioni, sembra sia rivolta non al bene comune ma a quello economico-finanziario di singoli, associazioni, imprese o gruppi sociali o economici. Sebbene sia fondamentale porre la questione morale con riferimento a casi di corruzione, tale questione deve essere posta in modo molto più ampio, per cui il giudizio etico su azioni governativo-istituzionali non si deve limitare alla corruzione. Da qui, si può precisare meglio la natura dell'etica della politica. Se la politica, come s'è detto, è l'arte del buon governo, cioè del governo rivolto al bene comune e a quello dei singoli, allora il giudizio etico deve riferirsi ai diversi aspetti di questo obiettivo. Un'azione politica è eticamente accettabile se opera per migliorare il bene comune e quello dei singoli. In una società democratico-liberale questo giudizio si esprime attraverso lo strumento principe delle democrazie rappresentative, cioè le elezioni politiche. In effetti, tale giudizio non si riferisce solo a casi di corruzione di una parte politica, bensì si amplia alla considerazione di quale miglioramento del bene singolo e comune abbia realizzato una forza politica che amministra la cosa pubblica. Per questo, la sfera politica dell'etica concerne l'intero spettro d'azione di una forza politica che può essere giudicata come eticamente accettabile o meno. Allora, di fronte a casi, come spesso è accaduto e accade, in cui una forza politica o un singolo amministratore della cosa pubblica abbiano operato non violando mai le norme giuridiche né abbiano agito in alcun modo corruttivo, come li si giudica da un punto di vista etico? Se in queste condizioni non si è operato per migliorare il bene comune e quello individuale, allora può assumere meno rilevanza il giudizio sulla loro incorruttibilità e legalità (anche se tale giudizio può essere formulato), e diventa invece centrale il giudizio sulle azioni politiche, al fine di giudicare se esse siano state rivolte a migliorare o meno il bene comune e quello individuale. La politica è l'arte del buon governo, ma quest'arte non si può risolvere in una mera tecnica di organizzazione sociale, bensì deve fondarsi sui quei valori etici che sono accettati e promossi da una comunità di uomini e che sono utili per indicare quale sia il bene comune e quello di ogni uomo. Da qui il primato dell'etica sulla politica: un primato basato sui valori fondanti di una collettività di uomini. Perciò, l'etica da sola non può permettere di operare per il bene comune e la politica senza l'etica non è in grado di comprendere e indicare quale sia il bene comune.
Prof. Mariano Bianca